Hoi An - La città delle lanterne

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“Ci sono luoghi capaci di rapire il tuo cuore riempiendolo di infinite emozioni

Luoghi di cui ricordi ancora il profumo della terra ed il vento che accarezza la tua pelle..

Luoghi dove il calore della gente del luogo, i sorrisi dei bambini restano impressi nella tua mente sentendone la mancanza.

Dove il silenzio che ti avvolge mentre percorri una strada all’interno di una risaia si contrappone al rumore di migliaia di motocicli che circolano all’interno di ogni città, in ogni strada.

I karaoke improvvisati all’interno delle abitazioni anche alle prime ore dell’alba, i mercati affollati dove  acquisti della frutta e verdura fresca, il mercato del pesce, i piccoli banchetti improvvisati sopra i marciapiedi dove ti siedi in piccoli sgabelli in plastica colorati oramai simbolo di quel meraviglioso paese, per assaporare piatti tipici locali già dal mattino presto.

Un luogo dove non importa chi eri prima di arrivare perché gli abiti indossati fino a quel momento saranno oramai un ricordo lontano.

Ti lascerai trasportare in un luogo dove la corsa per stare al passo con i tempi moderni si contrappone alla tradizione.

E non potrai fare a meno di amare questa “Perla” asiatica, seppur diversa e lontana da quella in cui sei cresciuto.”

Hoi An e la sua storia

Situata nella provincia vietnamita di Quang Nam, Hoi An dal 1999 è stata inserita dall’UNESCO tra i patrimoni dell’umanità.

La vecchia città portuale commerciale di Hoi An vanta un'architettura che va dal XV al XIX secolo conservando alcuni edifici in legno originali con stili architettonici di varie influenze straniere tra cui giapponesi, francesi e cinesi.

Le prime tracce di insediamenti umani risalgono a 2200 anni fa anche se il porto fu fondato all’incirca nel 1595 da Nguyễn Hoàng uno dei signori del clan Nguyễn che governarono le provincie del sud Vietnam tra il 1559 e il 1613. Fu grazie al suo governo che la città prosperò divenendo il più importante porto commerciale del mar del Vietnam Orientale.

Conosciuta come "Hai Pho" o "città di mare",Hoi An, era un collegamento vitale nelle rotte commerciali tra Europa e Cina, India e Giappone, con navi provenienti da paesi come Thailandia, Indonesia, Filippine, Spagna, Portogallo, Olanda, Gran Bretagna e America. 

Le colonie straniere, tra cui un insediamento giapponese separato dal resto della città da un ponte, nascono quando i commercianti cinesi e giapponesi lasciano i loro rappresentanti nella città anche durante la bassa stagione per occuparsi dei loro affari.

Successivamente però Hoi An perse il valore commerciale quando con l’insabbiarsi della foce del fiume Thu Bon le navi iniziarono ad avere difficoltà a raggiungere il porto, ma la causa maggiore fu il crollo del governo Nguyen ed il trionfo dell’imperatore Gia Long che diede i diritti esclusivi commerciali ai francesi per la vicina città Da Nang.

Se da un lato, l’eclissarsi dell’economia mercantile aveva portato al declino, dall’altro questo permise ad Hoi An di restare lontana dalla modernizzazione per i 200 anni successivi, lasciando intatto un patrimonio architettonico-culturale inestimabile.


Il Centro di Hoi An

La strada dove abitavamo, Cua Dai Street, era la via principale che collegava il centro alla costa per questo bastava percorrerla per circa due kilometri ed essere già nel coloratissimo centro città.

Le case color giallo e le lanterne appese ovunque contraddistinguono questa città attraversata dal fiume Thu Bon contornato da ristoranti e piccoli negozi di artigianato locale.

Piena di tesori di architettura preservata al meglio Hoi An rispecchia la volontà di conservare cultura e passato, dal Ponte Giapponese ai templi, dalle antiche dimore alle pagode.

 

Il Mercato centrale di Hoi An può essere il punto di partenza per immergersi nella cultura di questa città magari mangiando street food nelle bancarelle presenti sia fuori che all’interno. Dalla frutta km “0” ai tipici noodles di riso fatti a mano tutto è un’esplosione di suoni, colori e odori.

La maggior parte del centro città è zona pedonale e spesso gli hotel mettono a disposizione delle biciclette da noleggiare per spostarsi in tutta comodità. Se avete qualche giorno a disposizione potete anche noleggiare bicicletta o scooter, la soluzione più comoda ed economica per godersi ogni parte di questa città oltre che spostarsi sulla costa per andare al mare.

Quanto costa noleggiare uno scooter ad Hoi An? I prezzi variano a seconda del periodo, ma sono molto bassi , come d’altronde il costo della vita. Pensate che noi abbiamo pagato poco più di 30 euro al mese per uno scooter 125 cc. Vivendoci ed essendo stati “raccomandati” dai nostri amici vietnamiti abbiamo speso così poco, ma diciamo che per una settimana i prezzi vanno dalle 40 alle 80 euro a seconda della tipologia di mezzo e cilindrata.

La città è piena di ristoranti di ogni genere dove assaporare la cucina vietnamita per tutte le tasche, dal raffinato a quello nascosto ma pieno di gente del luogo, dal banchetto sul marciapiede a quello prettamente turistico.

Di certo non mancano ristoranti indiani, thailandesi ed internazionali, ma come si può dire no alle prelibatezze locali se si è in vacanza in Vietnam! Ah da non dimenticare! Ovviamente non mancano ristoranti vegani e vegetariani.

Hoi An è famosa anche per le molte sartorie dove poter acquistare un abito fatto su misura a prezzi incredibilmente bassi (60 euro per un abito giacca e pantaloni) e potrete rimanere sorpresi dei tempi di realizzazione! Dato che sono abituati alle “toccate e fuga” turistiche, riescono a consegnarti un abito anche in poche ore.

Questa città è un piccolo gioiello dove potersi rilassare qualche giorno dopo le varie escursioni effettuate durante il vostro viaggio in Vietnam, mare, food, shopping e perché no anche un bel cocktail!

Il nostro arrivo a Hoi An

Solo un’ora e venti minuti di volo con la Vietnam Airlines per arrivare da Hanoi a Da Nang eppure le temperature erano completamente differenti.

Avevamo lasciato il “fresco” di Hanoi per essere accolti da un caldo piacevole e per nulla afoso. La parte centrale del Vietnam ha un clima tropicale e durante i mesi meno caldi la temperatura minima non scende sotto i 21,5 gradi, diciamo che si sta bene tutto l’hanno anche se il periodo delle piogge da settembre a novembre crea non pochi problemi causando spesso allagamenti in alcune zone.

All’aeroporto di Da Nang un van era fermo ad aspettarci e ci avrebbe portato direttamente al nostro appartamento.

Si percorrono più o meno 30 kilometri di costa in direzione sud per arrivare a Hoi An, circa 45 minuti su una sorta di superstrada dove puoi subito notare enormi strutture alberghiere in costruzione, lotti di terra in vendita e piccole case, alcune delle quali fatiscenti, lungo il bordo della strada.

Essendo domenica i piccoli villaggi, ai bordi della strada, pullulavano di persone del luogo sedute a bere birra, stranieri che passeggiavano tra ragazzini in bicicletta o motorino.

Superata la zona di Cam An, una zona balneare dove rilassarsi in spiaggia con chalet e ristoranti, si gira verso l’interno prendendo Cua Dai street per arrivare al centro di Hoi An.

Proprio a metà strada, ecco il Van fermarsi davanti un edificio di 4 piani circondato da un grande giardino e dopo averci fatto scendere, salutandoci realizzammo che avremmo vissuto lì per i prossimi mesi.

L’espressione delle nostre facce in quel momento, con le valigie in mano di fronte a quel cancello, senza sapere a chi rivolgerci per poter entrare all’interno dell’appartamento aveva un qualcosa di comico e preoccupante nello stesso tempo.

Ma ciò che non sapevamo è che la persona che avremmo incontrato una volta entrati all’interno dell’appartamento sarebbe diventata una delle amiche più care che avremmo avuto e che abbiamo tutt’ora in Vietnam.

Suong che era venuta con la sua bambina ad accoglierci, ci aveva da subito dato qualche indicazione in merito alla città di Hoi An. L’ufficio dove avremmo lavorato era al primo piano ed il nostro appartamento al secondo ma non avremmo iniziato prima di qualche giorno perciò avremmo avuto il tempo di scoprire la città con calma.

Eravamo io e Michele, soli in quella casa, organizzandoci su come il giorno successivo avremmo dovuto pulire per togliere quell’odore di muffa lasciato dalle forti piogge dei mesi precedenti. Non rendendoci conto ancora che avremmo imparato a convivere con insetti di ogni genere e messo da parte parecchie fobie.

Una breve passeggiata al Ba Le Market, a due passi da casa, per acquistare prodotti di pulizia, carta igienica e qualcosa per la colazione, era stato il nostro primo vero contatto con la gente del luogo.

Quel piccolo mercato, sarebbe divenuto una tappa fissa per l’acquisto di frutta e verdura.

Non avevamo la benché minima idea di ciò che ci aspettasse ma eravamo trepidanti di iniziare quel nuovo capitolo della nostra vita.

Quella notte non avevamo dormito un granché, anzi a dir la verità sentivamo rumori continui sul tetto e dato che la porta di entrata non ci sembrava il massimo della sicurezza avevamo pensato bene di chiuderci anche nella nostra camera.

La mattina seguente dopo una colazione con della frutta squisita e caffè, iniziammo le pulizie anche per rendere l’ambiente più accogliente e poter finalmente disfare i bagagli.

L’appartamento era molto grande e per pulirlo a fondo avremmo impiegato parecchio, ma abituata ad aperture e chiusure di Hotel con il mio vecchio lavoro, non mi costava fatica e sapevo come organizzarci. Inoltre avevamo una continua presenza di gechi all’interno e spesso libellule che si posavano sulle inferriate della nostra finestra, tenendoci compagnia.

Terminate le pulizie dell’intero appartamento tra candeggina e disinfettante, eravamo pronti a scoprire la città ed la cucina locale (data la fame), ma prima dovevamo prenderci cura degli aspetti più importarti su come muoverci anche al di fuori della città, acquistare una scheda telefonica con un contratto che ci permettesse di avere anche il traffico dati.

Considerando che il nostro arrivo coincideva con l’inizio della preparazione per la festa del Tet che si sarebbe svolta agli inizi di Febbraio, dando il benvenuto all’anno del maiale, molte attività sarebbero rimaste chiuse compresi ristoranti e negozi per una settimana, motivo per cui dovevamo organizzarci per acquistare cibo e attrezzatura varia di cui avevamo bisogno.

Insomma iniziava un altro capitolo della nostra vita ed eravamo al massimo delle energie per iniziarlo al meglio.

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